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È un progetto artistico in progress_ una riflessione sulla fotografia e sull'uso dell'immagine, oggi_ alle radici del nostro presente_ per costruire un immaginario_ o solo per rivelare un'illusione_ È un progetto artistico in progress_ una riflessione sulla fotografia e sull'uso dell'immagine, oggi_ alle radici del nostro presente_ per costruire un immaginario_ o solo per rivelare un'illusione_ È un progetto artistico in progress_ una riflessione sulla fotografia e sull'uso dell'immagine, oggi_ alle radici del nostro presente_ per costruire un immaginario_ o solo per rivelare un'illusione_ È un progetto artistico in progress_ una riflessione sulla fotografia e sull'uso dell'immagine, oggi_ alle radici del nostro presente_ per costruire un immaginario_ o solo per rivelare un'illusione_ È un progetto artistico in progress_ una riflessione sulla fotografia e sull'uso dell'immagine, oggi_ alle radici del nostro presente_ per costruire un immaginario_ o solo per rivelare un'illusione_ È un progetto artistico in progress_ una riflessione sulla fotografia e sull'uso dell'immagine, oggi_ alle radici del nostro presente_ per costruire un immaginario_ o solo per rivelare un'illusione_

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Quei giorni del diluvio

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Il fiume Arno in piena anche a Firenze
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Quei giorni del diluvio

QUEI GIORNI DEL DILUVIO nasce nel 2016 in risposta alla Open Call per una residenza d’artista indetta da Le Murate, Progetti Arte Contemporanea e l’associazione MUS.E di Firenze. Il bando richiedeva la presentazione di un progetto inedito, che coinvolgeva giovani artisti e studenti in un workshop il cui risultato avesse una modalità di restituzione pubblica. Occorreva presentare un progetto dettagliato inerente le tematiche sollevate dalla ricorrenza del 50° anniversario dell’alluvione di Firenze.

Fotoromanzo Italiano ha proposto di costituire una redazione editoriale per la realizzazione di un fotoromanzo ambientato nel presente, che, attraverso stratagemmi narrativi, avrebbe parlato delle relazioni tra il fiume Arno, la città di Firenze e parte della regione interessata dal suo bacino. Il giovane scrittore fiorentino Simone Lisi, dopo avere ascoltato alcuni punti che ci sembrava fondamentale dover trattare, ci ha proposto una bella sceneggiatura, che abbiamo elaborato insieme ai partecipanti, procedendo alla stesura definitiva e alla realizzazione pratica del progetto.

Fotoromanzo Italiano di solito lavora in modo ironico, sarcastico, utilizzando una grammatica visiva piuttosto insolita. Per questo progetto abbiamo mantenuto un approccio più lineare e serio, al fine di giungere alla creazione di un racconto per immagini che modificasse il pensiero dell’alluvione da momento traumatico a occasione di rivitalizzazione. Abbiamo perciò allontanato le immagini in bianco e nero che caratterizzano la documentazione storica e le abbiamo sostituite con le storie e i fatti del presente, che nascono da questo evento epocale entrato ormai nell’immaginario collettivo nazionale. Con il linguaggio tipico del fotoromanzo abbiamo avvicinato le plausibili realtà delle storie narrate, inserendo elementi di un futuro altrettanto possibile che riguarda la messa sicurezza del bacino del fiume Arno, i cui lavori sono tuttora in corso.

È la Storia lo sfondo lontano dal quale attingiamo e che troviamo incisa nella memoria e nel presente dei protagonisti delle vicende. Non abbiamo mai voluto degenerare in una forma di precariato culturale o in un kitsch urlato e inconsapevole. Semmai è stata nostra cura ed intenzione elevare la forma vernacolare e linguisticamente povera del fotoromanzo, con grande rispetto dell’argomento che andavamo trattando.

Il laboratorio ha dato a tutti la possibilità di confrontarsi, di riflettere sulle tematiche e le metodologie progettuali, sulle scelte artistiche, sulla critica teorico-pratica, nonché di pensare il processo artistico stesso come opera. Ringraziamo quindi tutti coloro che hanno partecipato, gli artisti e gli studenti che hanno formato la redazione, nonché gli attori che hanno prestato il loro volto e il loro tempo per un lavoro che ha creato molte relazioni e che, approfondendo taluni aspetti di questo avvenimento, ci ha fatto avvicinare alla comprensione della realtà.

Alla fine di tutto, possiamo forse negare che è proprio la finzione uno dei sistemi più efficaci per raccontare la verità delle cose del mondo?

 

Il progetto è stato esposto in una mostra collettiva a Le Murate PAC di Firenze ed è poi stato pubblicato da Skinnerboox.

 

 

Quei giorni del diluvio
Firenze, 2016

un progetto di Fotoromanzo Italiano
regia di Giorgio Barrera e Andrea Botto
soggetto e dialoghi di Simone Lisi
con
Chiara Macinai, Lisa Batacchi, George Tatge, Luciano Bazzoli, Raffaella Patroni, Gianfranco Santamaria, Giorgio Barrera, Andrea Botto
fotografie e illustrazioni
Sara Crecchi, Francesco Levy, Giovanni Pietracaprina, Naima Savioli, Mattia Micheli, Anna Louise Saint Ange, Annalisa Dibenedetto, Chiara Galgani
fonico
Michele Apicella

 

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